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Il museo entra in classe!

Mercoledì 13 Gennaio gli alunni della V B della scuola Primaria hanno ricevuto una bellissima sorpresa organizzata per loro dalla Maestra: la possibilità cioè, di vedersi arrivare in classe l’intero Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, grazie all’iniziativa di quest’ultimo, che ha proposto una lezione di approfondimento in streaming : se le classi non possono andare al museo, il museo arriva nelle classi!

 

Pubblichiamo di seguito il testo composto da uno degli alunni della classe, che ha voluto elaborare gli appunti presi durante la “visita”:

“Gli Etruschi erano un popolo complesso, aiutarono i romani in situazioni di difficoltà, come ad esempio le pandemie. Eramo molto gioiosi, si soprannominavano “rasenna” ed erano anche competitivi. 

Erano abili ingegneri e inventarono l’arco a volta che verrà utilizzato dai romani successivamente.

Gli Etruschi avevano miniere di ferro e lo sfruttavano, ma utilizzavano anche il bucchero che è una specie di argilla, considerata come la loro ceramica nazionale. Erano politeisti, veneravano gli dei, soprattutto il dio del sole. Gli artigiani costruirono il tempio più grande di quel tempo.

Gli Etruschi credevano nella vita dopo la morte, tanto che costruirono necropoli, “città dei morti”, che ospitavano tombe come case o camere ricoperte di affreschi, al cui interno si trovavano sarcofaghi. Nelle tombe mettevano oggetti di uso quotidiano in stagno o ferro.

Le donne, al contrario dei Greci, erano libere e avevano diritti, e tenevano molto alla bellezza. Il loro abbigliamento era raffinato ed elegante, come si usa per le nozze; il loro matrimonio non è per niente simile a quello dei nostri giorni.

Avevano bellissime e grandissime città.

L’età media degli etruschi era di 35 anni, non avendo le medicine dei nostri giorni molte malattie erano incurabili.

Uno dei sarcofaghi più importanti è quello degli sposi, ne esistono due uguali, uno è stato acquistato dal Museo del Louvre di Parigi.  Il sarcofago degli sposi, al tempo degli Etruschi, era visibile solo ai familiari dei defunti.”