Meta educativa anno scolastico 2020-2021

Accogliendo il suggerimento del Rettore e della pastorale Marianista di continuare a sviluppare il tema della Responsabilità come per il precedente anno scolastico, i settori della scuola primaria e della scuola media hanno declinato il tema all’interno di tre macro aree, responsabilità verso se stesso, verso l’A-altro e verso l’ambiente.

Le tematiche verranno declinate seguendo i percorsi di crescita dei diversi alunni, in base alle contingenze che urgono in questo anno scolastico, che richiedono una responsabilità sociale per il bene comune.

Si declinerà il concetto di Responsabilità partendo dal concetto di “cristiano responsabile” che risponde a Qualcuno, che mette in luce il binomio responsabilità- vocazione.

Questo in modo particolare verrà proposto attraverso la presentazione di modelli educativi cristiani, richiamando i valori Marianisti, guardano all’esempio di padre Chaminade che in un momento di crisi profonda, è stato testimone di Speranza cristiana.

Oltre alla testimonianza Marianista verranno presentati testimoni storici e contemporanei in modo da rendere gli studenti protagonisti attivi di questo progetto dal punto di vista della consapevolezza, della loro capacità di contribuire appieno al bene comune della nostra società.

Responsabili e felici

La scuola dell’infanzia e la scuola primaria propongono alcuni progetti attuativi della mèta educativa, per quanto riguarda la responsabilità legata a se stessi e agli altri:

Progetto “Ognuno protegge tutti” legato strettamente al tempo che stiamo vivendo e alle nuove abitudini che siamo chiamati ad assumere nella vita comunitaria e in special modo nell’ambiente scolastico. 

Lo scopo è quello di rendere bambini e ragazzi protagonisti di queste nuove norme, affinché non vengano vissute passivamente e con fatica, ma con la consapevolezza che attraverso il nostro comportamento proteggiamo non solo noi stessi ma anche chi ci sta accanto. 

Elaboreremo e interiorizzeremo insieme quanto ci viene richiesto con un percorso guidato all’interno della scuola che ci mostri il nuovo uso degli spazi comuni e attraverso il confronto in classe anche grazie alla produzione di materiale da appendere nelle nostre aule.

Il secondo progetto prevede la proposta di letture pedagogiche da scegliere in base alle fasce di età, che possano stimolare il confronto e il dialogo circa il tema della responsabilità.

Il terzo progetto della macroarea legata alla responsabilità verso se stessi e verso l’altro è “comunichiamo responsabilmente”, infatti, nell’ambito della responsabilità verso l’altro, l’accento verrà posto anche sulla comunicazione e sul linguaggio; vorremmo far riflettere bambini e ragazzi circa il valore che riveste il loro modo di esprimersi, affinché possano manifestare le loro opinioni in modo diretto, appropriato ed onesto, inviando messaggi che possano costruire ponti e non muri. Un particolare riguardo sarà prestato per i bambini più grandi circa il tema di un utilizzo sano della tecnologia (cellulari, videogiochi ecc…) e circa il modo di relazionarsi sui social network.

Per quanto riguarda la macroarea della responsabilità verso il mondo, abbiamo pensato di proporre, a partire dalla famosa espressione di Giovanni Paolo II ai giovani “Prendete la vostra vita e fatene un capolavoro!” il “progetto testimoni”, che consisterà nel proporre ai bambini e ragazzi figure significative, che abbiano inciso nel mondo vivendo responsabilmente la loro “chiamata”. L’idea di fondo è quella di trasmettere speranza: abbiamo vissuto e viviamo un tempo difficile, riteniamo che sia necessario aprirsi al futuro con fiducia, consci dei nostri limiti , ma anche dei nostri punti di forza; proporre modelli positivi del passato, storici o contemporanei, potrà aiutare i bambini e i ragazzi a cogliere la bellezza del vivere appieno la propria vita, portando a frutto i tanti doni e talenti di cui tutti siamo portatori, per essere protagonisti di un mondo migliore.

“Come farfalle…”

Meta educativa a.s. 2019-2020 sul valore della responsabilità
(Scuola dell’infanzia e primaria)

“Questo mondo esige la nostra responsabilità, e noi ce la assumiamo tutta e con amore. Gesù vuole che la nostra esistenza sia laboriosa, che non abbassiamo mai la guardia, per accogliere con gratitudine e stupore ogni nuovo giorno donatoci da Dio. Ogni mattina è una pagina bianca che il cristiano incomincia a scrivere con le opere di bene.”
Papa Francesco


Le parole di Papa Francesco ben si conciliano con la meta educativa di quest’anno scolastico, che verte sul valore della responsabilità. Essa può essere definita come una “abilità a rispondere“: ma a rispondere di che cosa? Di se stessi, dei propri pensieri, delle proprie parole e delle proprie azioni: acquisire questa abilità vuol dire diventare grandi.

Per noi, scuola cattolica, significa scoprire che il tema della responsabilità, per un cristiano, scaturisce non da un arido senso del dovere, né da una generalizzata ansia verso il futuro, bensì, appunto, da una “risposta”, una risposta grata ai grandi doni che Dio ci ha concesso: la vita in primis, da considerare come il regalo più grande; ma poiché non esistiamo solo per noi stessi, ci prendiamo a cuore anche la vita delle persone che ci sono accanto e dell’ambiente che ci circonda.

È proprio da queste dimensioni che abbiamo elaborato degli spunti di riflessione che possano andare a “contagiare” la programmazione didattica inserendosi trasversalmente in diverse discipline senza vincoli di tempi o di modi. Pensiamo che ogni insegnante, avendo sotto gli occhi degli spunti specifici, ma al contempo di grande respiro, possa agganciarsi alla meta educativa declinando gli argomenti sulle necessità e le età dei propri ragazzi.

I temi suggeriti sono quindi i seguenti:

Responsabilità verso se stessi

  • Io creatura nel creato (creato con amore, amato dai genitori)
  • Creato a immagine e somiglianza di Dio, cioè capace di amare. A chi voglio bene? Chi mi vuole bene?
  • Dio mi ha dato dei doni: li conosco? Scopriamo insieme i nostri talenti
  • Mi prendo cura di me (Dio mi ha donato un corpo, lo custodisco, lo nutro, lo lavo, pratico uno sport. Mi ha donato la mente: imparo, conosco, leggo. Mi ha donato uno spirito, penso a Lui, prego, vado in Chiesa: questo è quello che fanno i cristiani)

Responsabilità verso l’altro

  • Linguaggio (parole che feriscono, parole che aiutano, parole belle, parole poetiche, parole difficili, le parole di Gesù)
  • Pensieri, azioni (le mie azioni parlano più delle mie parole), omissioni (non fare o non dire porta con sé delle conseguenze)

Responsabilità verso il creato

  • Vivo in un posto meraviglioso, il nostro mondo (tutto quello che mi circonda è un dono. Cosa conosciamo del nostro mondo? come è nato? Chi c’era prima di noi? Come si viveva prima? Come lo lasceremo a chi verrà dopo di noi? Il mondo e la natura ci parlano di Dio)
  • Custode del creato (Perché è importante custodire? Di cosa mi prendo cura? Di ciò che per me è importante e prezioso! Cosa possiamo fare tutti? e io?)

Abbiamo pensato, al fine di rendere il tema maggiormente accattivante per i bambini, di utilizzare la metafora del bruco e della farfalla per indicare la trasformazione che la presa in carico della responsabilità porta con sé a tutti i livelli: personale, relazionale e conseguentemente ambientale e sociale. Il titolo del progetto sarà quindi “Come farfalle…”.

Un’ultima nota sul nostro essere insegnanti: il nostro ruolo ci rende inevitabilmente dei modelli, caricandoci quindi di una responsabilità grande; assumercela fino in fondo e farlo con amore, come dice Papa Francesco, ci permetterà di instaurare relazioni che cambiano la vita quotidiana con i nostri alunni, facendoci crescere insieme.

“La parola psyché, anima in greco, significa anche farfalla. Nasciamo con un bruco di anima: il nostro lavoro è dargli ali e volo” (A. Jodorowsky)

Il Tesoro che è in Noi

(Mèta educativa 2017-2018)

In continuità con la mèta educativa dell’anno scorso, “In viaggio incontro al mondo e all’altro”, vorremmo affrontare più da vicino, in una sorta di percorso a spirale, il punto di partenza del nostro viaggio, quindi noi stessi, le nostre radici, chi siamo, la nostra vocazione. Dove sono e cosa dicono le nostre radici?

L’importanza di partire da noi stessi:

“Così ogni scriba, che è divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile ad un padrone
di casa, che tira fuori dal suo tesoro cose vecchie e cose nuove” (Mt 13,52)


Questo scriba che è divenuto discepolo siamo noi insegnanti: lo scriba ai tempi di Gesù era l’esperto delle scritture, colui che deteneva la conoscenza; diveniamo discepoli del regno dei cieli nel momento in cui ci facciamo portatori di quei valori cristiani che ci contraddistinguono come scuola cattolica e che, uniti alla conoscenza dello scriba, ci danno la saggezza del padrone di casa, che è colui che si prende cura della casa e dei suoi abitanti, come noi siamo chiamati a prenderci cura della nostra scuola e dei nostri bambini e ragazzi, facendo scoprire loro ciò a cui sono chiamati.

Come? Tirando fuori da questo nostro tesoro cose vecchie e cose nuove. Su questo binomio verte uno dei temi che vorremmo trattare, l’antico e il nuovo, come un percorso tra passato e futuro: riteniamo infatti che solo una solida conoscenza delle nostre origini e delle nostre radici culturali, oltre ad essere la base su cui poggia il confronto vero e l’apertura all’altro, possa proteggerci da quella deriva relativista che vorrebbe appiattire la meraviglia sull’indifferenza. La Tradizione nel senso più alto del termine, la Traditio, cioè la consegna di un testimone, qualcosa che è arrivato a me ed ora passa a te, te lo consegno come qualcosa di prezioso, come, appunto, un tesoro. Forti di queste nostre radici, che possiamo veramente sviluppare su più livelli ad es. familiare, storico, artistico, religioso, sociale ecc… avremo la giusta consapevolezza per affacciarci al futuro che avanza, con la sua indispensabile tecnologia, le innovazioni, sapendo e rendendo consapevoli però, che il tecnicamente realizzabile non è sempre il moralmente lecito!

E qui arriviamo all’altro punto: la scuola, oltre a proporsi di trasmettere un saper fare, non può sottrarsi dal mettere a fuoco il saper essere. In questo senso anche l’alunno diventa dispensatore di quel tesoro di cui parlavamo: il bambino e il ragazzo non sono mai tabula rasa, bensì portatori di un mondo interiore prezioso, che anche loro possono mettere a disposizione degli altri. Per questo è importante aiutarli ad individuare queste potenzialità, affinché l’aiutato possa trasformarsi in aiutante e comprendere la sua vocazione all’amore. Si parte dall’accettazione incondizionata di sé come persona unica, originale, irripetibile e capace di bene! Per acquisire questa consapevolezza abbiamo bisogno di porre il bambino e il ragazzo nella condizione di fare il bene. Come? Educandolo alla cura di sé e dell’altro. Il bambino “difficile”, messo nella condizione di aiutare un compagno, di dare supporto morale o materiale, difficilmente rifiuterà, e da questo atto trarrà grande beneficio rispetto all’ idea di sé: sono capace di prendermi cura, di voler bene. Il tesoro che è in me, lo dono a te.

Fare esperienza di cura, prendersi cura, implica imparare un’arte, che è l’arte di vedere: l’attenzione a chi è rimasto indietro, a chi oggi è triste, a chi ha bisogno di qualcosa, è la base per sviluppare quel tesoro che è l’empatia: il saper sentire-con che è il fondamento di ogni relazione.

Scoprire il tesoro di bellezza, di verità, di bontà presente in ciascuno di noi, è la chiave per comprendere ciò a cui siamo chiamati, la nostra vocazione, il nostro contributo al bene, al vero e al bello nel mondo.

“Il ritorno decisivo a se stessi è, nella vita dell’uomo, l’inizio del cammino umano”
M. Buber